Storia degli Esseni

La parola «esseni», a partire dal 1964 dopo i ritrovamenti a Qumran dei frammenti biblici dei rotoli del Mar Morto,  ha fatto il giro del mondo suscitando numerose domande e curiosità.

Nella storia, il termine «esseno» appare per la prima volta negli scritti di Filone Alessandrino (30 a.C. – 45 d.C.), di Plinio il Vecchio (23-79 d.c.) e di Giuseppe Flavio (38-95 d.c.). Ne parlano come di una comunità ebraica di origine semita, di tipo monastico, che viveva in gruppi sparsi e isolati composti da persone che conducevano una vita eremitica.

Più recentemente, durante gli anni ’20 circa, il filosofo ed erudito ungherese Edmond Bordeaux Szekelly ebbe accesso ad archivi segreti del vaticano, in cui vi erano vari documenti in aramaico antico, la lingua semitica parlata da Gesù, contenenti i testi che componevano quelli che più tardi saranno nominati “vangeli apocrifi”, provenienti dai manoscritti ritrovati nelle grotte di Qumran. Una volta tradotti, essi testimoniarono l’appartenenza di Gesù e dei suoi discepoli alla comunità degli Esseni.

Questa fratellanza che portava in sé i semi del cristianesimo delle origini e della futura civiltà occidentale, ha dato la nascita a uomini e donne che hanno cambiato il corso della storia. I principali personaggi fondatori di quello che più tardi si chiamerà Cristianesimo, erano pressoché tutti Esseni. Per citarne alcuni: sant’Anna, Giuseppe e Maria, Giovanni Battista, Gesù, Maria Maddalena, Giovanni Evangelista.

Le comunità essene avevano sedi pressoché in tutte le grandi città del medio oriente. Gli Esseni erano conosciuti come dei veri guaritori, tanto che in Egitto li chiamavano «i terapeuti». Si vestivano con l’abito bianco dell’armoniosa comunione spirituale dell’uomo con i sette regni della creazione, che costituiscono nel loro insieme l’alleanza di luce che nell’antico testamento della Bibbia ebraica vengono nominati «i sette giorni della creazione».

Ma perché nei vangeli canonici non si fa mai allusione all’esistenza degli Esseni? Probabilmente a causa del fatto che chi conosceva la vera storia della fratellanza essena, ha fatto di tutto per nasconderne l’esistenza al fine di sbarrare il cammino d’accesso che conduce alla sorgente pura di ogni esperienza religiosa e alla percezione libera d’una saggezza eterna, d’una luce universale che vive in ogni essere umano.

Per rinforzare i loro poteri religiosi e politici, questi esseri hanno sapientemente e intenzionalmente nascosto la sorgente che scorre liberamente e apertamente per tutti, perché gli esseri umani potessero non più rivolgersi a Dio, che è fonte di luce e vita, ma fossero obbligati ad affidarsi a loro per soddisfarsi di un’acqua che non disseta. E l’epoca attuale in cui viviamo lo dimostra.

Nei vangeli canonici, per esempio, l’appartenenza di Gesù alla comunità essena dell‘epoca, è stata magistralmente occultata denominando il Messia, colui che avrebbe incarnato il Cristo, Gesù di Nazareth.

Infatti «Nazareth» era uno dei nomi dati alla fratellanza essena ai tempi di Atlantide, una misteriosa civiltà di cui si son perdute le tracce. C’è da cercare il significato di «Nazar» in un linguaggio antico, dove questo termine voleva indicare «il lato nascosto delle cose, l’aspetto misterioso della natura», peculiarità che diede ai «Nazareni» l’appellativo di «Iniziati ai misteri». Gesù, come il profeta Elia, s. Giovanni il battista e altri ancora, era nato in seno alla fratellanza degli Esseni, chiamati anche Nazareni.

Nonostante nel corso della storia e a più riprese le correnti religiose di origine giudaico-cristiane che proclamavano l’origine essena di Gesù e rimaste fedeli al suo vero insegnamento di vita venissero sistematicamente perseguitate e a volte crudelmente sterminate, la tradizione diretta dei Figli della Luce ha potuto tramandarsi fino ai giorni nostri.

San Giovanni, il discepolo amato da Gesù, è stato il portavoce della saggezza essena dopo la scomparsa del Maestro, dando nascita al Cristianesimo delle origini, divenuto il Cristianesimo Giovannita. I Giovanniti, gli Gnostici, i Manichei, i Bogomili, i Templari, i Catari, i Rosacroce, i Franco-massoni delle origini e altre correnti iniziatiche che predicavano l’amore, la tolleranza, il sapere di chi è l’uomo sulla terra, di quale ruolo ha nella creazione dei mondi, fanno tutte appello alla scuola di san Giovanni.

Il loro segreto tanto leggendario è lo stesso degli Esseni: conoscevano la luce della verità che ci fa liberi. Non la praticavano sotto forma di dogma e di credenza, ma attraverso un’esperienza interiore diretta che eleva l’uomo nella luce nobilitandolo.

Oggi gli Esseni esistono ancora?

Gli Esseni e la Tradizione Essena, la tradizione diretta dei Figli della Luce, non possono essere limitati a questa comunità ebraica della Palestina, che era già un ramo secco sull’albero millenario di questa tradizione.

Gli Esseni sono prima di tutto un popolo in cammino, un popolo tra i popoli, una tradizione, una stirpe reale, portavoce di un modo di essere nel mondo, detentrice della trasmissione sulla terra di uno stato di coscienza universale che da sempre e in tutte le civiltà e tradizioni, seppur con volti diversi, si è manifestato.

L’essenza di vita e d’amore non potrà mai scomparire dalla terra finché degli esseri verranno come risposta alle preghiere di milioni di anime che cercano la Luce con un’intenzione d’animo pura e a cuore aperto. L’essenismo esiste fin dall’alba dei tempi. A partire dal momento in cui il primo uomo è nato e ha cercato con un cuore puro a riscoprire quali sono i misteri della vita e del cosmo, l’essenismo è apparso.

Questa corrente di vita e sorgente di ogni saggezza non ha mai smesso di reincarnarsi assumendo ogni volta un volto diverso per trasmettere ai posteri, alle generazioni future, uno stato di coscienza risvegliato, capace di cogliere le leggi dell’armonia che reggono l’universo e applicarle attraverso una qualità di vita superiore.

Interessarsi agli Esseni non è limitarsi all’archeologia o alla lettura di qualche manoscritto, perché come citato nella Bibbia ebraica, «la lettera uccide, ma lo spirito vivifica» (2cor 3,6). Interessarsi agli Esseni, significa piuttosto voler riscoprire la fiamma d’amore e di vita che arde nel cuore che batte in ogni essere umano, voler prendersene cura e mantenerla viva riconoscendo l’eredità diretta di una stirpe di Maestri che hanno saputo trasmetterla come fuoco che arde, attraverso questa Tradizione Essena.

Gli Esseni oggi sanno che «tradizione è custodire il fuoco, non adorare le ceneri».

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