L’antica Tradizione essena

Oggi come ieri, gli Esseni sono un popolo in tutti i popoli, una tradizione, il più antico popolo del mondo perché la sua origine è antecedente alla scomparsa delle civiltà perdute di Atlantide. La nascita del popolo esseno, della Tradizione Essena e della sua cultura, risale ad Enoch, suo padre fondatore.

Chi era Enoch? Comunemente noto come personaggio biblico antidiluviano, settimo discendente della stirpe di Adamo, conosciuto con nomi differenti fin dalle più antiche tradizioni religiose, Enoch, o Enos come citato nel libro della Genesi, fu il primo uomo che si raddrizzò dopo la caduta originale dell’umanità ristabilendo l’alleanza della Luce che unisce l’uomo e la terra al mondo divino.

Il suo nome “Enoch” (dall’ebraico “hanakh” che vuol dire “dedicato”, “consacrato”) si trova per esempio nella croce di Ankh delle antiche tradizioni egiziane, simbolo che designa la conoscenza e la padronanza della vita e della morte.

Nel Libro dei Giubilei o Piccola Genesi, un testo della tradizione ebraico-cristiana considerato apocrifo dalle confessioni cristiane tranne che per quella copta, si dice di Enoch che “fu il primo uomo tra gli uomini che sono nati sulla terra ad imparare la scrittura, la saggezza e la conoscenza e ad aver scritto in un libro i segni del cielo affinché gli uomini potessero conoscere gli anni secondo le loro stagioni e secondo l’ordine di separazione dei loro mesi…”

Insegnava il rispetto del creato e a studiare il grande libro animato della natura vivente e il corpo umano come corpo di manifestazione di Dio. La natura era onorata e rispettata, come fedele riflesso della saggezza dell’infinito cosmo, della Madre Universale.

Dall’alleanza di questo essere straordinario e poi di un intero popolo col mondo divino, nacque una tradizione, tutta una civiltà basata sulle leggi universali dell’armonia, sulla legge dell’amore, del rispetto e della gioia condivisa tra l’umanità e tutte le forme di vita sulla terra e in tutti gli altri mondi.

Con Enoch nacquero i primi templi, come spazi sacri e luoghi di culto nei quali l’uomo potesse di nuovo intessere il legame di luce che un tempo lo univa alla sua anima per raggiungere i mondi superiori. È così che poterono vedere il giorno le prime scuole misteriche in Egitto e più tardi in Grecia, destinate a condurre l’uomo verso la liberazione della sua anima e il sapere universale, la conoscenza assoluta.

Da allora, i più grandi saggi della storia in tutte le tradizioni antiche hanno definito l’uomo «microcosmo nel macrocosmo», perché dentro di sé possono essere contemplati e compresi tutti i misteri dell’universo e del mondo divino. Questo è il motivo per cui gli iniziati dell’antica Grecia incisero sul frontone del tempio di Apollo a Delfi la celebre frase «uomo, conosci te stesso e conoscerai l’universo e gli Dei».

Così è nata la Tradizione Essena che si è sempre adattata alle epoche storiche e le diverse culture nel mondo per perpetuare la memoria e la trasmissione diretta dell’insegnamento attraverso le parole d’amore e saggezza dei Maestri di questo lignaggio antico, portavoce e simbolo della fiamma di vita, fuoco che arde nel cuore di ogni creatura vivente.

Dopo Enoch, questa tradizione diretta è passata da un maestro a un altro, portando la luce di saggezza a tutti i popoli della terra, per secoli e millenni.

Così nacque la grande stirpe dei Maestri, delle Figlie e dei Figli di Dio, i Figli della Luce, la tradizione ininterrotta degli Esseni, da Enoch fino a noi, passando per i faraoni dell’antico Egitto, i druidi celtici e i grandi profeti biblici o i grandi maestri spirituali. Per citarne alcuni: Rama, Krishna, Zoroastro, Gesù, Hermes Thot, Mosè, Maometto, i templari, Buddha, i catari, i rosacroce… e più vicino a noi, le scuole iniziatiche dei maestri Rudolf Steiner, Peter Deunov, conosciuto anche con il nome spirituale Beinsa Duno e il suo allievo Omraam Mikhael Aivanhov.

Oggi, questa tradizione, anche nota come l’unica tradizione primordiale, a immagine dell’araba fenice risorge dalle proprie ceneri grazie al lavoro compiuto in questa epoca moderna da Olivier Manitara e tutta la comunità essena riunitasi attorno a lui. Egli stesso Maestro esseno che amava definirsi come “uomo di tradizione, un uomo che ha sempre cercato attraverso i testi sacri dell’umanità la sorgente di vita, fonte di ogni cosa”, è stato il padre fondatore di quella che oggi si chiama Nazione Essena, con la Ronda degli Arcangeli e i Villaggi Esseni.

Significato della parola “esseno”

Nelle fonti storico religiose alcuni attribuiscono la definizione etimologica della parola «esseno» al termine «essaios» che in greco antico è la traduzione di «kashai», parola egiziana e di «chsahi», in ebraico, che in entrambe i casi volevano significare «segreto» o «silenzioso».

Altri hanno proposto una derivazione dall’aramaico antico, «hasîn» e dall’ebraico «hasîdim», termini traducibili con «pio». Per altri ancora, il termine «esseno» deriverebbe dalla parola «asaya», che in lingua siriaca significa «medico».

Infine, gli appellativi degli Esseni all’epoca di Gesù erano numerosi: i terapeuti, i silenziosi, i praticanti, i santi, i perfetti, i custodi, i servitori di Dio e altri ancora.

La parola «esseno» deriva da «essene», che in un linguaggio antico significava «la conoscenza della vita, dell’essere, dell’esistenza e delle sue leggi sacre».

«Esse» è la vita, la coscienza dell’essere che nasce dall’armonioso accordo dell’unione che onora il Padre e la Madre, spirito e materia. Gli egiziani antichi avevano rappresentato questa unione sacra dello spirito e la sposa, la materia, le nozze mistiche dell’Apocalisse di s. Giovanni, col caduceo di Ermete, ovvero il bastone alato con due serpenti intrecciati attorno.

Nella lingua italiana esiste la stessa radice etimologica nelle parole essenza, nell’infinito del verbo essere, nel termine essenziale: si tratta proprio di questa radice «esse», che cela in essa il mistero profondo della vita, il risveglio dell’anima, nella più profonda e intima essenza delle cose, che richiama l’essere umano a ritrovare la vera natura dell’uomo, che è di origine divina, perché possa ritornare alla sorgente di vita, alla sua patria originaria, il mondo divino.

«Ne», desinenza della parola «esseno», indica la conoscenza approfondita attraverso lo studio aperto e non dogmatico del grande libro della vita, nella relazione che c’è tra la natura e l’uomo, l’uomo e l’universo.

Ancor oggi, questo termine che tuttavia rimane avvolto nel mistero, vuole riportare alla luce la caratteristica fondamentale che ieri come oggi contraddistingue gli Esseni: l’amore verso Dio e per i Misteri della vita.

Il termine «esseno» non può essere limitato a una data epoca o a un popolo particolare, perché contiene intrinsecamente celate in lui queste nozioni di vita e di una realtà a sé stante che non può conoscere alcun limite di spazio e tempo.

Esso delinea brevemente le caratteristiche principali del vero essere umano, dell’uomo pensato e voluto da Dio.

Ogni uomo e ogni donna che ha saputo ricontattare la sorgente di acqua viva, fonte di ogni cosa dentro di sé, è un Esseno, un’Essena.

Per approfondire consultare il libro La Tradizione Essena, quello che non vi è stato mai detto”, edito da Edizioni Essenia